ROMITO

Lunedì 20 Maggio 2019

«Siamo nipoti di Eduardo e di Totò, ma anche di John Lennon e Bob Dylan». SoundFly pubblica l’Ep d’esordio del quintetto partenopeo prodotto da Massimo De Vita, che fa dialogare rock, indie-folk, elettronica e vernacolo Majorana: tra rock e lingua napoletana il debutto dei Romito!

ROMITO MAJORANA SoundFly | Self distribuzione 5 tracce | 17′ 23”

«Il Napoletano è una lingua vera e propria, con una grammatica complicatissima, piena zeppa di consonanti e parole tronche, questa è la caratteristica che si sposa meglio con la musica che facciamo. Esprimerci in Napoletano per noi è una vera e propria esigenza, è la lingua della pancia, la lingua dell’urgenza, è la lingua delle emozioni». Emozioni, urgenza, espressività. Sono le parole chiave di Majorana, il disco d’esordio dei Romito, il quintetto partenopeo che punta a far incontrare diverse aree musicali, dall’indie-folk all’elettronica passando per il rock contemporaneo, con la peculiarità della lingua napoletana. In questo EP di debutto, anticipato dal singolo Cosa ‘e niente (con video pubblicato in anteprima da Napoli Today), i Romito presentano cinque canzoni, con la produzione artistica di Massimo De Vita (Blindur), la partecipazione di un autorevole sound engineer come Paolo Alberta (Negrita, Ligabue, Jovanotti) e la produzione esecutiva di SoundFly (distribuzione Self).

I brani di Majorana parlano napoletano, con un respiro internazionale spesso assente nella musica italiana attuale. Il segreto è generazionale, anagrafico ma
anche dovuto ai diversi gusti dei cinque membri: «Abbiamo provato a fondere qualcosa di estremamente tradizionale come la lingua napoletana con delle sonorità nuove, contemporanee e all’occorrenza proiettate verso il futuro. Abbiamo tutti e cinque in media 30 anni, siamo nipoti di Eduardo e di Totò, ma anche di John Lennon e Bob Dylan, figli di Massimo Troisi e Luciano De Crescenzo, ma anche di Chris Martin, Kanye West e Justin Vernon. Mescolare questi nomi può suonare strano, ma non è così. Fanno tutti parte di noi, abbiamo semplicemente provato a farli incontrare».

I Romito nascono nel 2017 per volontà del cantautore Vittorio Romito, dopo l’uscita del primo singolo Viern (prodotto da SoundFly) si tuffano nella lavorazione del disco, ispirato a una importante ed enigmatica figura del sud, proiettata verso il futuro, come Ettore Majorana: «Ci piaceva tanto l’idea di un personaggio, magari del Sud, che appartenesse al passato, ma che avesse idee proiettate ben oltre il nostro futuro, così abbiamo scelto Ettore Majorana. Siciliano, cattedra di Fisica Teorica all’Università di Napoli, scienziato pazzesco e inoltre attorno al lui c’è un giallo molto suggestivo, nel 1938 è scomparso senza lasciare traccia, c’è chi dice si sia suicidato, chi dice si sia fatto monaco, chi dice di averlo incontrato anni più tardi in Sud America. A noi piace pensare che sia scappato perché era troppo avanti per un paese che da sempre non fa nient’altro che guardare indietro».

Con il primo singolo, il successivo Cosa ‘e niente e gli altri brani, Vittorio Romito e compagni provano a «raccontare delle sensazioni più che delle storie, il senso di inadeguatezza della nostra generazione, la ciclicità degli eventi, la difficoltà a trovare una strada, il desiderio di pace, l’impotenza rispetto alla fine, la voglia di rivalsa». Lo fanno con un rock d’autore maturo, dal forte istinto melodico e dalle sonorità fresche, aggiornate, coinvolgenti grazie al lavoro realizzato con una figura importante quale Massimo De Vita: «Siamo entrati in studio la prima volta con le idee abbastanza chiare, ma Massimo è stato la ciliegina sulla torta, a Napoli è uno dei pochi ad avere i nostri stessi gusti musicali, ad avere il coraggio di osare e la voglia di sperimentare, ci ha indicato la strada, ci siamo scazzottati, ci siamo affidati. Lavorare con lui è stato assolutamente fantastico».

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Streaming Majorana: https://open.spotify.com/album/3WGbLH6lq4oetjCWsVslSk?si=Nzg9czmNSZCI IsHEIIiqvQ

SoundFly: www.soundfly.it

ROMITO biografia

ROMITO è un progetto fondato nel 2017 dal cantautore Vittorio Romito insieme ai due chitarristi Andrea Pasqualini (Le Strisce) e Carlo De Luca (Scarlatti Garage). Completano la formazione Nicola Papa al piano e ai sintetizzatori e Walter Marzocchella alla batteria. Romito mescola sonorità indie folk ed elettropop di matrice anglosassone alla lingua Napoletana. Convinto dell’internazionalità del linguaggio partenopeo, Romito cerca di oltrepassare il muro della tradizione, immaginando un nuovo modo di scrivere, comporre e arrangiare in dialetto.

Il 9 Febbraio 2018 SoundFly pubblica Viern, il primo singolo della band, su tutte le piattaforme digitali, con produzione artistica di Massimo De Vita (Blindur). L’uscita del brano è accompagnata da un videoclip diretto da Alessandro Freschi (Frè), anch’esso prodotto dall’etichetta napoletana guidata da Bruno Savino. L’esordio live avviene allo storico teatro San Carluccio di Napoli il 15 Febbraio, dove si registra il tutto esaurito.

Successivamente il gruppo si è esibito in numerosi club campani, in seguito è entrato nuovamente in studio – ancora una volta con la produzione artistica di
Massimo De Vita – con la presenza esperta di Paolo Alberta (Negrita, Ligabue) al mixer, per lavorare al debutto discografico. Venerdì 11 gennaio 2019 esce Majorana, il primo EP dei Romito, prodotto da SoundFly.

ROMITO:

Vittorio Romito – voce e chitarra Andrea Pasqualini – chitarra Carlo De Luca – chitarra Nicola Papa – piano e sintetizzatori Walter Marzocchella – batteria

Majorana: una conversazione con i Romito

A volte ci sono dei lavori che, nonostante la dimensione ridotta, stimolano molte domande. Majorana, EP di cinque brani, è uno di questi. Partiamo dal titolo: perché Majorana?

In questo disco abbiamo provato a fondere qualcosa di estremamente tradizionale come la lingua napoletana con delle sonorità nuove, contemporanee
e all’occorrenza proiettate verso il futuro. Per questo ci piaceva tanto l’idea di riuscire a trovare un personaggio, magari del Sud, che appartenesse al passato, ma che avesse idee proiettate ben oltre il nostro futuro, così abbiamo scelto Ettore Majorana. Siciliano, cattedra di Fisica Teorica all’Università di Napoli, scienziato pazzesco e inoltre attorno al lui c’è un giallo molto suggestivo, nel 1938 è scomparso senza lasciare traccia, c’è chi dice si sia suicidato, chi dice si sia fatto monaco, chi dice di averlo incontrato anni più tardi in Sud America. A noi piace pensare che sia scappato perché era troppo avanti per un paese che da sempre non fa nient’altro che guardare indietro.

La peculiarità dei Romito è nel dialogo tra sonorità di respiro internazionale e dialetto napoletano: qual è il punto di incontro tra queste due aree?

Forse sta tutto nella nostra generazione. Abbiamo tutti e cinque in media 30 anni, siamo nipoti di Eduardo e di Totò, ma anche di John Lennon e Bob Dylan, figli di Massimo Troisi e Luciano De Crescenzo, ma anche di Chris Martin, Kanye West e Justin Vernon. Mescolare questi nomi può suonare strano, ma non è così. Fanno tutti parte di noi, quindi chissà se esiste un vero e proprio punto d’incontro. Noi abbiamo semplicemente provato a farli incontrare.

Il napoletano è indubbiamente una lingua fortemente caratterizzante, tant’è che sono rarissimi, se non assenti, fenomeni di rock in milanese, romano o toscano. Quali sono le opportunità espressive che offre il vostro vernacolo?

Il milanese, il romano e il toscano non sono lingue. Possiamo parlare di accenti e inflessioni meravigliose, ma non sono lingue. Il Napoletano è una lingua vera e propria, con una grammatica complicatissima, piena zeppa di consonanti e parole tronche, proprio come l’inglese almeno sotto questo punto di vista, e questa crediamo sia la caratteristica che si sposa meglio con la musica che facciamo. Inoltre esprimerci in Napoletano per noi è una vera e propria esigenza, è la lingua della pancia, la lingua dell’urgenza, è la lingua delle emozioni.

A febbraio è uscito il vostro primo singolo Viern, che torna in Majorana. Singolo e brani prodotti da Massimo De Vita. Che tipo di apporto ha offerto questo musicista così apprezzato?

Massimo oggi è diventato un amico fraterno e un punto di riferimento, siamo entrati in studio la prima volta con le idee abbastanza chiare, ma Massimo è stato indubbiamente la ciliegina sulla torta, a Napoli è uno dei pochi ad avere i nostri stessi gusti musicali, ad avere il coraggio di osare e la voglia di
sperimentare, ci ha indicato la strada, ci siamo scazzottati, ci siamo affidati. Lavorare con lui è stato assolutamente fantastico.

In studio avete avuto anche Paolo Alberta, sound engineer già con Negrita e Ligabue: un altro professionista che ha portato la sua esperienza a Majorana.

Paolo, oltre ad essere una bellissima persona, è uno che ama davvero la musica. Non si stanca mai è sempre pronto a ricominciare ed è stato di grandissimo supporto morale anche nei momenti di difficoltà. È la sua estrema umiltà e il totale impegno anche in un lavoro emergente come il nostro che fa di lui un grande professionista. Lo ringraziamo tantissimo.

Romito nasce dalla volontà di un cantautore: con la pubblicazione di Majorana si tratta di un gruppo a tutti gli effetti o è la band di accompagnamento del fondatore?

Romito è assolutamente una band, una famiglia di cinque figli. Vittorio ha iniziato questo percorso da solo, con questo nome, poi ci siamo incontrati, abbiamo preso quel pugno di canzoni, le abbiamo vestite, e svestite, ne abbiamo scritte di nuove, le abbiamo iniziate a suonare in una maniera totalmente diversa. Ormai il nome era quello e abbiamo deciso di mantenerlo. I cinque brani di Majorana hanno un filo conduttore o sono figli di storie, momenti ed esperienze diverse?

Non c’è un vero e proprio filo conduttore in senso stretto. Abbiamo provato a raccontare delle sensazioni più che delle storie, il senso di inadeguatezza della nostra generazione, la ciclicità degli eventi, la difficoltà a trovare una strada, il desiderio di pace, l’impotenza rispetto alla fine, la voglia di rivalsa. Abbiamo cercato di raccontare tutto questo con la musica oltre alle parole.

Una delle domande più temibili riguarda le influenze, i punti di riferimento, i gusti. Poniamola così: quali sono gli artisti o i gruppi senza i quali i Romito non sarebbero mai nati?

Wow! Potremmo elencarne milioni, e sarebbe abbastanza noioso no? Nell’ultimo periodo ci siamo ispirati tanto a Bon Iver, Kanye West, James Blake, Anohni, amiamo band come Pearl Jam, Radiohead, Coldplay, qualcuno dei nostri è cresciuto a pane e House Music, adoriamo il buon cantautorato Italiano e le sigle dei cartoni animati anni ‘80.

Inevitabile una domanda sul panorama musicale napoletano. Siete in ottima compagnia, mai come in questo periodo c’è una bella scena, vivace e competitiva a livello nazionale. Quali sono i nomi concittadini che trovate più affini al vostro modo di concepire la musica?

Quello che sta succedendo a Napoli negli ultimi anni è veramente stimolante, c’è un fermento che forse mancava dagli anni ‘80, ci sono una serie di progetti davvero fortissimi, il ritorno a gamba tesa degli EPO, i Blindur, i Malmo, Flo, Francesco Di Bella, tutto il lavoro fatto da Dario Sansone dei Foja in campo musicale e cinematografico, lo stesso Liberato, di artisti che vivono la musica con grande passione e intensità ce ne sono tanti, insomma è un momento veramente positivo. Accanto ai pregi e alle bellezze di una città così musicale, ci sono anche i difetti, i vizi e i limiti: quali sono gli aspetti negativi del contesto musicale partenopeo?

Napoli è tanto piena di talento quanto di stereotipi e autoreferenzialità, ed anche la musica di oggi è vittima di questa nostra cattiva abitudine.

Cosa vi aspettate da Majorana?

Una cattedra di Fisica Teorica all’Università di Napoli e 5 bottiglie di vino per festeggiare!

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